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Qualcuno dice che Ce Melàne tenève u màre, avèv’a ièsse na piccòla Bbàre. Cioè, tradotto dal giargiapugliese: «Se Milano avesse avuto il mare, sarebbe stata una piccola Bari». Beh, cari Giargiana, Milano il mare non ce l’ha e nemmeno gli serve, perché l’è già un gran Milan; e sta per diventare ancora più grande con la possibile, forse probabile, riapertura dei Navigl e di una spiaggia in centro dove potranno arrivare barche e traghetti. True story. Ma andiamo con ordine.

Il Sindaco Giuseppe Sala lo scorso 26 luglio ha depositato il piano del Comune per riaprire i Navigli, ossia gli storici corsi d’acqua che attraversavano Milano e che poco meno di un secolo fa sono stati coperti. Il progetto è a dir poco ambizioso, dato che l’obiettivo è strutturare 7,7 km di navigli in città, con un budget di 500 milioni di euro. Dato che l’idea è superfiga, ma prevedibile – anzi certo -il macello che ci sarà in città nei prossimi anni, il primo step sarà la consultazione dei cittadini. Inizialmente doveva esserci un referendum, ma ora, a causa dei tempi tecnici, potrebbe esserci solo un dibattito pubblico. A settembre si deciderà, ma nel mentre è comunque prevista la realizzazione di un libretto informativo che spiegherà i costi e i disagi per la viabilità, e con il quale i cittadini potranno informarsi sul progetto.

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Se il piano per riaprire i Navigli dovesse essere approvato, i lavori partirebbero già il prossimo anno. Si inizierebbe, prima ancora dell’apertura dei canali, ripristinando il collegamento idraulico tra il naviglio Martesana e la Darsena attraverso un sistema di tubazioni. Poi, entro il 2022, dovrebbero essere strutturati i primi 2 Km dei nuovi Navigli e, sfruttando i cantieri dei lavori dell’M4, dovrebbero essere limitati parzialmente i disagi, dato che parte del percorso della nuova linea corrisponde alla Cerchia.

Le prime 5 tratte che saranno riaperte entro il 2022 saranno:

– La prima: quella della Martesana in Via Melchiorre Gioia, lunga 850 metri. È la zona che risentirà del minore impatto sul traffico poiché rimarrebbero comunque due corsie di viabilità in entrambe le direzioni e saranno sacrificati solo i parcheggi laterali.

– La seconda: Conca dell’Incoronata-San Marco dove ci sono le porte di Leonardo. Ha una lunghezza di 230 metri. Il sindaco ha voluto sottolineare che «anche con i lavori in corso qui garantiremo ai residenti di poter tornare a casa in auto».

– La terza: il tratto lungo Via Sforza in corrispondenza del Policlinico, sul lato dell’Università. Un percorso lungo 410 metri e largo 7. Sarà il più complesso da realizzare, anche sfruttando i cantieri della nuova metropolitana. Dopo l’apertura del naviglio nella via potranno passare solo residenti, mezzi di servizio, taxi e autobus, nel senso di marcia verso corso di Porta Vittoria.

– La quarta: Piazza Vetra. Anche qui ci si appoggerà sui cantieri della M4, ed il canale sarà di 300 metri verso Corso di Porta Ticinese. Rimarrà un senso di marcia per la mobilità.

– La quinta: la conca di Viarenna, il tratto più vicino alla Darsena, per Via Gaetano Ronzoni e un pezzo di Via Conca del Naviglio. È lungo 260 metri.

Il progetto di riaprire i Navigli è di quelli da spavento, sicuramente da città TOP, ma l’ansia da traffico causa cantieri ha già preso tutti…E non finisce qui, perché architetti ed urbanisti si stanno pure sbizzarrendo nel proporre spazi innovativi da collegare ai nuovi corsi d’acqua. Uno su tutti è quello di una spiaggia, come qualcuno l’ha nominata nel Comitato scientifico istituito dal Sindaco, in piazza Cavour.

«Piazza Cavour è un luogo che possiede possibilità fantastiche — ha spiegato il Presidente del Comitato scientifico Antonello Boatti —. L’idea è che lì il Naviglio si allarghi. Troverà collocazione una fermata di traghettini e barche. Non è la priorità ma si farà ed è affascinante pensare al turista che scende in piazza Cavour, va a passeggiare nel parco, visita la ex Villa Reale e in un attimo è in centro».

Va bene, tutto questo è molto affascinante, è vero, ma da rivedere dopo l’approvazione del piano proposto da Sala. Quindi aspettate ancora un po’ a preparare start up di gondola-sharing per i nuovi Navigli.

Ma dove dove lo troviamo il cash per tutto ‘sto circo? «I costi per la prima riapertura sono di 150 milioni circa e li recupereremo dai nostri bilanci – ha spiegato Sala – anche se contiamo sulla generosità dei privati». Ok Beppe, tutto bello, ma chiariamoci subito…Non è che poi ci piazzi altri autovelox in giro e finisce che ‘sti navigli 2.0 li dobbiamo pagare a suon di multe, né?

Credit immagine di copertina

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