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Altro che nouvelle cousine e piatti gourmet, sono le osterie il vero DNA dell’Italia, quello di chi ama mangiare bene e nelle giuste quantità, senza girarci troppo intorno.

Ecco perché Slow Food ha deciso di premiare le migliori del nostro Paese con la celebre chiocciolina, quelle che «incarnano al meglio l’autenticità della cucina italiana, una cucina priva di barocchismi ed eccessi di lavorazione che hanno il solo fine di stupire. Una cucina che non cerca di uniformarsi in un unico stile con cotture millimetriche, sottolinea le differenze e non si piega alle mode», come sottolineano i curatori.

In una parola: semplici. Nel gusto e nella sostanza.

La guida 2018 ospita ben 1616 osterie, recensite una per una, da nord a sud. Così si scopre che le regioni con la maggior concentrazione di trattorie di qualità sono Veneto e Toscana (26 chiocciole), seguite poi dalla Lombardia (22).

A Milano sono 3 quelle che hanno ottenuto il placet di Slow Food, tutte già piuttosto note, ma che meritano una presentazione:

1_MIRTA, Piazza San Materno 12

Credits immagine

Mirta è la mamma di Juan, lo chef uruguaiano che ormai da anni ha reso i milanesi in zona un po’ più mammoni. Qui, infatti, vi sentirete come a casa, con un menù che cambia in base all’umore del cuoco e che propone piatti legati alla stagionalità e alla qualità delle materie prime. E infatti trovare posto a pranzo è davvero un’impresa, mentre la sera avrete qualche possibilità in più. Abbandonate ogni speranza durante il weekend. Mirta è chiuso il sabato e la domenica. D’altronde il fine settimana mica si mangia a casa.

2_TRIPPA, via Giorgio Vasari 3 (angolo via Muratori)

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È stata la rivelazione degli ultimi due anni, conquistando anche i più scettici. Neanche a dirlo, in Via Muratori, il centro nevralgico dei food addicted da tre anni a questa parte. Trippa è la tipica trattoria in cui poter riassaggiare quei piatti che tutti gli altri ristoranti ormai snobbano, così presi dall’innovazione e dalle mode. Come per esempio il vitello tonnato o il baccalà mantecato. Non mancano piatti della tradizione, milanese e non, e neanche qualche colpo di fantasia. In fondo anche qui il segreto è farsi ispirare dalla natura degli ingredienti, con il loro ciclo di vita e la loro stagionalità.

3_RATANA’, via Gaetano de Castillia 28

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«La cucina è un atto umile e democratico: un piatto non mette mai in soggezione e risulta comprensibile al maggior numero possibile di persone». Così lo chef Cesare Battisti descrive la sua idea di cucina. Versione che si sposa perfettamente con la linea di pensiero di Slow Food, che infatti ha inserito questo posto nella sua guida alle migliori osterie. Un luogo accogliente, quasi sospeso, pur trovandosi nel cuore della nuova Milano, circondato da grattacieli. I piatti sono preparati con ingredienti semplici, di qualità e genuini, ma non a chilometro zero, proprio per non perdersi certe prelibatezze che solo l’Italia nel suo complesso può offrire.

Credits immagine di copertina

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