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Lifestyle

Milano è una città fantastica: monumenti, efficienza, risotto all’osso buco, aperitivi alcolici quanto basta per perdere la concentrazione. Ma dall’altro lato, ti regala pure tutte le gioie delle code, dei mezzi pubblici strapieni, attese infinite, traffico.

L’Imbruttito lo riconosci perché, in tutto questo casino, resiste, tiene botta, e non si lamenta mai.

Però, pure lui, c’è un momento in cui crolla, disperato. Ed è quando all’improvviso, quando meno se lo aspetta, gli si para accanto quella persona che in un attimo riesce a dare un nuovo significato al concetto di odio.

Non ci credete? Guardate qui e dite se ‘sta gente non vi ha mai fatto sclerare.

5_Il tossitore

 

Sembra una persona come tante fino a che non lo vedi che prende fiato, arrotonda le labbra e estrae la lingua come se stesse per vomitare una palla di pelo. A quel punto, si lascia andare in due colpi di tosse che, se fossero semplici colpi di tosse, non sarebbe neanche niente di che. Può succedere che uno si raffreddi. Il punto è che te li spara direttamente in faccia, a te non resta che una domanda: Ma perché cazzo non metti la mano?

L’unica spiegazione è che sia un raro esempio di umano derivato dal Tirannosaurus Rex: non è che non vuole mettersi le mani davanti alla bocca. È che proprio non ci arriva. E non solo fisicamente.

4_Il vocalist

 

Un tempo il vocalist era il dj che diceva parole a caso e senza senso in discoteca. Ora, invece, è l’unico che crede che la cosa più interessante del mondo sia la sua vita. E vuole condividerla. Nessuno sa perché, ma non telefona mai. Si limita a mandare messaggi vocali anche di 20 minuti, che trattano gli argomenti più disparati. Tutti, però, con due caratteristiche: sono assolutamente irrilevanti per la storia del mondo e riguardano solo lui.

La cosa peggiore, tuttavia, è che frequenta gente come lui. Che gli manda gli stessi messaggi vocali. Stupidi e inutili come un Negroni senz’alcol.

3_La scimmia urlatrice

 

Diciamoci la verità, il fatturato è come il sesso: farne tanto è bello, vantarsi in mezzo alla gente delle proprie prestazioni è da Giargiana. Il soggetto in questione ne parla con un tono di voce tale che lo si sente da una parte a quell’altra del pullman, del binario della metro, dell’ufficio postale. Pure della città.

Di solito – esaurito l’argomento fatture – si lamenta, in ordine: del capo, dei colleghi, dello stipendio, delle tasse, del commercialista, del marito, dei figli, della sua migliore amica, persino del suo carattere.

L’unica persona che ammira è il suo medico. Che, maledetto lui, l’ha guarito da una tonsillite acuta che gli impediva di parlare.

2_Il fragranza

 

Il soggetto in questione dà il meglio di sé il lunedì mattina, di solito quando fuori piove e in metropolitana la concentrazione di persone è tale che si mettono in discussioni anche le leggi più ovvie della fisica, tipo quella dell’impenetrabilità dei corpi.

E qui, tra fiati al salume piemontese, aglio e ascelle alla maggiorana scaduta, arriva lui: profumo da 25 centesimo l’ettolitro, riesce a coprire tutti gli altri odori presenti nel mondo. Tu inizi a cercare di allontanarlo perché senti che presto potresti avere le allucinazioni, lui pensa che sia una tecnica di corteggiamento.

1_Il traveller

 

Si insinua come un’influenza stagionale e tu non lo noti fino a che ormai è impossibile liberarsene. Mai uscito da Milano, tuttavia si apposta nella folla con l’unica arma che la legge non può regolamentare: il trolley.

Il traveller è così subdolo che chi viene ferito dal suo trolley si sente anche in dovere di chiedergli scusa.

Durante la giornata, il soggetto in questione trascina il suo cubotto con le ruote come niente fosse, ma in verità tutti sanno a cosa mira: affettare alluci, impattare polpacci, ma soprattutto tagliare la strada a tutte le persone che – ingenuamente – credono ci sia dello spazio libero per superare durante l’uscita dalla metropolitana.

Anche se molti si ostinano a dire che il trolley è molto comodo, un recente sondaggio fatto da me dice il contrario. Alla domanda se il trolley fosse da abolire a Milano, l’80% delle persone ha risposto sì, il 20% ha risposto sbagliando.

Credit immagine di copertina

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