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Lifestyle
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La verità è che ok, Londra è Londra. Ma Milano mica ha niente di cui vergognarsi.

Il casino, la Borsa, il traffico, la leggenda della nebbia, più della metà delle persone che non si capisce che lingua parlino.

Ma uno potrebbe dire: «Milano non sarà mai come Londra. A voi, vi mancano i double decker, gli autobus a due piani!»

E la risposta, da persone normali, sarebbe: «Sicuro?», ma noi siamo Imbruttiti e ci si tappa subito la vena che porta l’ossigeno al cervello.
E rispondiamo, educati come mamma ci ha cresciuto: «Ma stai zitto! Parli te che sulla carta d’identità hai – sotto la voce segni particolari – Brutto… visto che Pirla era così ovvio che non occorreva neanche scriverlo!»

Perché anche Milano ha la sua bella fetta di storia nell’autobussismo a due piani.

Marzo 1971: da Berlino arriva questo autobus qui nel deposito di Viale Sarca. Due piani, ci stanno su 90 persone sedute, 8 in piedi. L’area smoking è solo al piano superiore. Fa la tratta Milano-Cinisello-Milano. Uno splendore.

Resta in città 5 giorni e la gente impazzisce. L’ATM pure.

Ne ordinano 200 per sostituire quei 150 autobus con la parte centrale nera a fisarmonica che sembrano dei millepiedi, tanto sono lunghi.

Marzo 1972: a Milano, in Fiera, davanti al Sindaco Aniasi e a una pioggia così forte che scendono più bestemmie che gocce, viene presentato il double decker milanese, il nostro autobus a due piani. Realizzato dalla Ferroviaria Breda Pistoiesi su base del Fiat 421 A, è un’esagerazione della tecnica. Ha tutto: 81 posti a sedere, finestrini atermici con chiusura a ghigliottina rivoltata, impianto di ventilazione per l’ascella estiva e ustiona-polpacci ubicati sotto i sedili per la stagione invernale.

Ora non li vediamo più. Perché?
Ci sono due versioni dei fatti, tutte – ovviamente – legate alle dicerie popolari:

1_L’autobus ha tutto il necessario per entrare nella Storia, ma non per entrare in città, visto che, dopo il deposito Sarca, c’è il ponte della ferrovia. E il secondo piano del bus, lì, non ci passa.

2_Bello farsi un giro la domenica, va bene avercelo per 5 giorni come il cugino Giargiana in casa, che ci fa sempre ridere, ma la mattina già uno deve fare una fatica della Madonna per andare al lavoro, mica c’ha voglia di mettersi a guardare il panorama dal secondo piano.

Foto dall’Archivio del Corriere.it

 

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