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«Mio nonno ama mia nonna ogni giorno, anche dopo 58 anni passati assieme. E allora gli ho chiesto: “Ma non avete mai litigato?” e lui mi ha risposto: “Sai, al mio tempo le cose rotte le riparavamo, non le buttavamo“»: dalla bacheca secondo Mario da Vigevano, post su Facebook, 14 novembre.

Nella mia vita ho avuto solo due esigenze, tuttora insoddisfatte. La prima: capire come cazzo abbia fatto Chiara Ferragni a creare un impero secondo solo a quello di Assurbanipal. La seconda: riuscire a scoprire l’attendibilità di quanto citato sopra.

Dato che a casa mia la massima frase a effetto cui posso aspirare è «Oggi ho scoreggiato e sapeva di Simmenthal», mi è sorto il dubbio: come cazzo farà tutta ‘sta gente ad avere familiari dalla moralità così alta? Son magari parenti di Gandhi? Discendono da uno starnuto di Madre Teresa di Calcutta?

E ho così pensato: perché non appurare quanto leggo in giro chiedendolo ai diretti interessati? Ecco spiegata questa mia ricerca antropologica dal titolo Alla scoperta dei cazzari con Giovanna. Ho intervistato personalmente mia nonna Giovanna per scoprire se ci sia, o meno, un velo di verità celata in quei post strappalacrime di un amore d’altri tempi.

La premessa:
Giovanna personifica appieno il prototipo di donna d’altri tempi, insomma, è un prodotto DOP. Forgiata dai sacri oli in cui friggere le cime di rëp con un pizzico di pasta alla norma qua e là nel lontano 1945, nasce in un paesino talmente sperduto in Sicilia da non essere presente su Google Maps. Ma, fatto ancor più importante, Giovanna non sa minimamente cosa sia Facebook. Insomma, riguardo i social Giovanna ne sa quanto la ricetta della casoela: un bel cazzo di niente. E con la stessa delicatezza d’animo e filtro di pensiero con cui si distingue Sgarbi, chi meglio di lei avrebbe potuto rispondere sinceramente? Esatto: nessuno.

ALLA SCOPERTA DEI CAZZARI CON GIOVANNA – L’INTERVISTA

«Nonna, allora, sei pronta per l’intervista?»
«E che mi devi chiedere? Muoviti che devo fare il sugo» Partimo bbène.
«Quando hai conosciuto il nonno?»
«Nel ’59, me lo ricordo benissimo»
«E come mai? Ti ha fatto un regalo per conquistarti?»
«Ci provava con mia sorella, la Zia Lina, quel cornuto»
«Ah, bene. Ma insomma: com’è stato il primo appuntamento? Ti è piaciuto?»
«Normale, come dev’essere? S’è presentato sotto casa con due fichi d’india presi da Luigi, il fruttivendolo di fianco a casa. Mica c’erano le merendine o tutte quelle robacce là che mangi te. Poi siamo andati a fare una passeggiata e m’ha lasciata in chiesa perché dovevo andare a messa. Caruccio eh, niente di che, però c’ero rimasta male
«E come mai?»
«A me i fichi d’india non son mai piaciuti»
«Va beh nonna ma che ne sapeva il nonno, poverino?»
«Vabbuò poteva chiederlo a mia sorella visto che era stato capace di chiederle altro». Touché.
«Va bene nonna, dài, calmati. Da quanto state assieme?»
«Oh maronn! E chi se lo ricorda. Aspè che vado a cercare una foto così mi vedi quant’ero bella»
«Ma come non te lo ricordi, è tuo marito!»
«Guarda qua, non somiglio a Sofia Loren?». La modestia non è cosa di famiglia, insomma.
«Sì bellissima ma davvero non ricordi quando vi siete sposati?»
«No, quello sì: il 21 Maggio del ’62»
«Eh nonna, è un sacco di tempo allora. Son 57 anni il prossimo maggio, sai?»
«Minchia, così tanti? E come ho fatto?»
«Beh, te lo avrei dovuto chiedere io. Avete mai litigato? Hai mai pensato che volesse lasciarti perché ti sei comportata male o viceversa?»
«Guarda bello de nonna, pure oggi lo avrei voluto lascià»
«E perché?»
«Ha lasciato sporca la tavoletta del cesso. Quanti è che erano gli anni, 57? Te pare che son 57 anni che gli dico di alzarla quando deve andare in bagno? Te pare che devo fa sta vita?»
«Eh, per amore.»
«Per amore sto già cucinando il sugo che gli piace, non ti pare abbastanza?»

In venti minuti di conversazione Giovanna ha riscritto la storia dell’Ars Amatoria. Certo, molti nonni, probabilmente, avranno detto cose belle ai propri nipoti: fortunati loro. A noi, Giovanna cucina i suoi migliori piatti a patto che non le scassiamo ‘a minchia. E se non è amore questo, allora qual è?

ps: l’intervista è un lavoro redatto, editato, parafrasato e sistemato grazie a un processo di traduzione dal siciliano di Montalbano all’italiano corrente.

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