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Buone per coprirsi dal freddo stagionale, ideali per aumentare il senso di appartenenza alla propria zona, perfette per il riconoscimento durante una rissa tra zarri di quartieri diversi il sabato in disco.

Sono le sciarpe con i nomi dei quartieri milanesi, lanciate da tre giovani creativi: la milanese Federica Caserio, 28 anni, insieme ai due veronesi, che vivono a Milano, Giovanni Manzini, 28 anni, e Riccardo Bonetti, 33.

Il progetto si chiama Milano addosso e il manifesto è: «Hai un quartiere sulla pelle. Il tuo. Se questa città è troppo grande, il tuo quartiere ha la misura giusta. Vesti il tuo quartiere. Il tuo quartiere ti copre le spalle. Stretto al collo, portalo in giro».

Un progetto che stimola tanto la sociologia quanto lo spirito da ultras: perché se da una parte è chiaro come la crescita esponenziale della città anche a livello urbanistico abbia fatto crescere lo stimolo di una ritrovata necessità di appartenere a una comunità locale, oltre che una fervida voglia di senso di condivisione del proprio quartiere che si manifesta anche con progetti come questo, dall’altra, per colori e stile, le sciarpe ricordano quelle che si vedono nelle curve degli stadi, e provocano una necessità di fare cori contro gli altri quartieri che Genny a’Carogna scansate proprio.

In realtà, nel progetto, c’è qualcosa di più, di veramente TOP: su ogni sciarpa ci sono colori, grafiche e stemmi che raccontano qualcosa del relativo quartiere. Le prime create sono state quelle dedicate a Paolo Sarpi, ai Navigli, a Porta Romana, a Qt8 e a Corvetto; ad esempio, la sciarpa di Porta Romana è gialla, come la linea della metro, ha cucita sopra la data di costruzione dell’arco (1596) mentre il motivo grafico a zig zag riprende quello del bancone di Dabass, un locale molto alla moda nella zona. Qt8, invece, è stata realizzata in collaborazione con il rapper milanese Ernia che canta questo quartiere nel suo ultimo album 68 (dal numero del bus che lo attraversa).

«Come ci è venuta l’idea? A una festa, lo scorso giugno, chiacchierando – hanno raccontato i tre creativi a Corriere –. Abbiamo preso ispirazione da tre tendenze: le sciarpe, il senso di appartenenza ai quartieri, oggi sempre più sentiti, e la musica, perché ci sono tanti giovani artisti che cantano le realtà locali milanesi. Sono anche un manifesto, delle bandiere: tanti le appendono nei bar, nei negozi, nelle stanze. L’ispirazione al mondo del calcio è dichiarata».

Oggi sono 12 i quartieri con la propria sciarpa: Paolo Sarpi, Navigli, Porta Romana, Qt8, Corvetto, a cui poi si sono aggiunti Barona, Porta Venezia, Lambrate, Nolo (gli mancava solo la sciarpa), Brera, Bovisa e Isola. Si comprano solo online (quasi 40 euro l’una, not pizza e fichi, fyi) e sono disponibili in numero limitato: 1000 pezzi per quartiere.

Quindi oggi pure le sciarpe di quartiere sono limited edition. Roba che Supreme is nothing.

Credit immagine 1, credit immagine 2, credit immagine 3.

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