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Ci siamo, oggi è il grande giorno. Oggi è San Valentino. Dopo la tradizionale carneficina social su chi dovesse vincere, condurre, tinteggiare, cantare, servire i caffè e prostituirsi al Festival di Sanremo, è giunto il grande momento. Scassare la fava a tutti quei poveretti che scelgono di regalarsi una bella cena e, si spera, una dignitosa scopata, diventerà per tutta la giornata di oggi la prerogativa numero uno dell’ominide medio social. Nulla di nuovo all’orizzonte, eppure questo accanimento terapeutico nei confronti della festa degli innamorati proprio non lo riesco a capire.

Un bastian-contrarismo stucchevole nei confronti di una festa che sta affondando già da sola e da molto prima che arrivassero i vostri sermoni illuminati su Facebook. Per carità, io posso anche capire che 10-15 anni fa, in una società da sempre arretrata come quella Italiana, si potesse avere un po’ di insofferenza nei confronti di quel modello straziante di coppia tradizionale fatto di bouquet a San Valentino, vacanze con i genitori di lei/lui e matrimonio con figli entro i 25 anni. In quegli anni, vomitare disprezzo nei confronti dello status quo delle cose era cosa buona e giusta. Oggi, però, le cose hanno finalmente preso una direzione diversa. La gente che si sposa prima dei 30 anni viene finalmente analizzata come un’anomalia genetica, e tutti quelli che hanno la brillante idea di fare figli con lo stipendio da tirocinanti vengono comprensibilmente guardati con il fanciullesco stupore con cui si guardano gli scimpanzé guidare una moto. Perché accanirsi, quindi? Mi sembrate dei bambini stupidi che lanciano gavettoni al Titanic. 

Ma chi sono gli hater di San Valentino? 

1_I Poveri d’animo

Ok, mi ritengo una persona discretamente classista ma qui la dicitura poveri ha poco a che vedere con l’effettiva disponibilità economica, seppur mi renda conto di come questa possa giocare un ruolo considerevole nella scelta dei festeggiamenti. Tuttavia, qui si intende prevalentemente la povertà d’animo di chi, pur di non portare la fidanzata fuori a cena, si inventa chissà quale mastodontica cazzata. «Eh ma chissà il traffico…», «Sì, poi tutti i posti pieni. Chissà dove finiamo a prenotare…», «Ma un bel film romantico a casa? Magari con la pizza?». Zio, io lo capisco anche che pur di dare altri soldi a Carlo Cracco ti faresti lanciare dal secondo anello di San Siro come un booster qualunque di Inter-Atalanta, ma qui si sta esagerando. Anche perché il più delle volte, ‘sti braccini indomiti sono gli stessi che poi spendono 2K per andarsi a vedere il nuovo Fast&Furious direttamente a casa di Vin Diesel con sua moglie che ti serve cocktails a base di miscela di diossido di carbonio. 

Fallo ‘sto investimento. E se proprio Carlo Cracco non te lo puoi permettere perché quegli infami del governo non si decidono a fare il Reddito di San Valentino, portala ovunque, ma almeno provaci a farla sentire speciale. Ricordati, una bella cena può valerti punti bonus per quella serata di sfiga astrale in cui il vostro anniversario e la finale di Champions League cadranno nello stesso giorno. Come dici? Tifi una squadra di Milano? Ah… allora ‘sti cazzi. Zuppa in cucina e tutti a letto. 

2_Gli alternativi 

Ecco, l’idealista anti-San Valentino molto spesso è un povero travestito. Solo che invece di fare coming out, preferisce nascondersi dietro una coltre fumosa di congetture socio-politiche. 

«Chi ama davvero, ama tutto l’anno! San Valentino non è altro che una mossa commerciale per costringere la gente a uscire a spendere dei soldi! Io mi oppongo!». A Che Guevara, ma vaffanculo va…

Ammesso e non concesso sia vero, ragionamento per altro applicabile a pressoché qualsiasi festa di questo mondo incluso il Natale, ci dobbiamo davvero indignare perché qualche ristoratore chiede dei soldi per aiutarti a far credere alla tua ragazza che mettersi con te non è stata poi sta gran cazzata? Guarda caso il tuo anticonformismo diventa radicale giusto nella sera in cui dovresti spararti un conto da 200 euro. 

Si scrive idealista e si legge paraculo. 

3_Gli amanti

Tasto dolente. Gli amanti nel giorno di San Valentino sono come i giovani talenti di una squadra di calcio. Seduti in panchina nella speranza che al titolare parta il ginocchio. Promettenti fantasisti a cui viene solitamente richiesto di giocare spezzoni di partita ma che, nella sera della grande finale, vengono tristemente relegati al luogo di panchinari di lusso. Verrà il loro momento forse? Nel frattempo il loro odio per la festa degli innamorati è abbastanza comprensibile. Rimandati. 

4_I single 

Sono stato single per ben ventisei 14 Febbraio. Solo in due anni due poverette hanno comprensibilmente ceduto all’indiscutibile sex appeal del vedermi sbrodolare in qualche ristorante pettinato, subito dopo aver fatto finta di essere un intenditore di vini. Io, che non distinguo il Barolo dal succo di frutta ace. 

Essere sigle in questi momenti è dura, che sia la festa degli innamorati o che sia il cenone di Natale in cui tua nonna cerca di capire su cosa ci siano meno possibilità: avere la pensione o dei nipoti? 

Seguendo poi la sempre infallibile legge di Murphy, è scientificamente provato che oggi le vostre possibilità di vedere gente limonare si impenni del 325%. Fatevi forza, verrà il vostro momento. Anzi, sapete che vi dico? Uscite a cena, da soli. Prenotate il ristorante più costoso che riuscite a permettervi, sedetevi a tavola e ridete da soli delle vostre fantastiche battute. Godetevi il dolce senza quel cazzo di «posso assaggiarne un pezzo» che equivale a «posso mangiare il mio e anche il tuo?». Per amare gli altri, dicono, bisogna prima amare se stessi. Così cominciano le grandi storie d’amore e i grandi casi di schizofrenia. 

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