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Potrebbe non suscitare chissà quanto entusiasmo, ma un nuovo museo a ingresso gratuito in città è decisamente una notizia.

Apre I Tesori della Ca’ Granda, il nuovo museo a ingresso gratuito del Policlinico che con la sua collezione permanente racconta 6 secoli di beneficienza milanese.

All’interno del caveau sotterraneo di Via Sforza 28 – sede degli uffici amministrativi e dell’Archivio storico – sono custoditi capolavori firmati da pittori come Segantini, Hayez, Pitocchetto, Molteni, Bianchi, Carrà, Abbiati, Longoni e Sironi.

Ci sono le tele con i volti dei mecenati che nei secoli hanno sostenuto con generosità l’ospedale, il quale come segno di riconoscenza commissionava i loro ritratti a pittori dell’epoca. Una tradizione che oggi rivive grazie a giovani dell’Accademia di Brera. In mostra non vi sono solo quadri ma anche strumenti medici e scientifici dal 1800 fino a oggi.

Lo spazio espositivo si compone di 5 sale permanenti, in cui sono esposti 23 ritratti dal ‘600 al ‘900. Pezzo forte è infatti il Ritratto di Carlo Rotta eseguito da Giovanni Segantini: unico ritratto su commissione mai realizzato dal pittore e raramente esposto.

A questi si aggiungono 5 sculture, tra cui quelle che raffigurano il Duca Francesco Sforza e San Carlo Borromeo, rispettivamente fondatore e uno dei primi grandi benefattori della Ca’ Granda. I Tesori della Ca’ Granda comprende anche una sala in cui si alterneranno mostre tematiche.

Il percorso museale sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18. Le visite sono gratuite e senza prenotazione a opera dei volontari del Touring Club Italiano: verranno effettuate in gruppi di 10 persone per volta.

«È questa un’occasione unica per celebrare la storica alleanza tra la generosità di coloro che donano e l’attenzione per i più fragili che caratterizza il nostro ospedale sin dalla sua fondazione. È anche un modo per confermare il ruolo internazionale che il Policlinico ha nel campo della medicina e della ricerca. Accanto ai quadri, infatti, saranno esposte raccolte di strumenti medici e scientifici con cui i nostri esperti hanno fatto scuola nel mondo. Strumenti che hanno salvato vite, persone, famiglie: anche questo è un modo per dire grazie a chi ci sostiene», ha affermato il direttore generale dell’Irccs Ezio Belleri.

Credit immagineCredit immagine copertina

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