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Nella Milano che vorrei… solo pedonali e ciclabili alberate vista negozi. Non è utopia, è quello che si augura Milano Future City, l’ambizioso progetto firmato da Metrogramma – studio di architettura e urbanistica capeggiato da Andrea Boschetti – e dalla società  Mobility in Chain che si occupa di servizi di consulenza su mobilità e trasporti in tutto il mondo.

Lo scopo è quello di fornire una visione strategica per il futuro di Milano coerente con il PGT2030, adottato da qualche mese dal Comune. Visioni, per lo più visioni messe su carta, di quello che potrà diventare la nostra città.

Lo studio è infatti stato sviluppato come una ricerca concreta sul capoluogo lombardo e, come tale, si compone di una serie di fasi al compimento delle quali si potrà ritenere realizzato un piano di ridisegno e rigenerazione delle infrastrutture carrabili della città, le quali, a oggi, occupano una superficie del 25% rispetto all’intero ambito amministrativo del Comune.

L’obiettivo principale è restituire ai cittadini – in versione green e migliorata – 10 grandi assi viari carrabili a intenso scorrimento. Parliamo di Farini, Sempione, Novara, Giambellino, San Gottardo, Melchiorre Gioia, XXII Marzo, Lodi e Ripamonti.

Il più importante di questi – oltre che uno degli assi commerciali più lunghi d’Europa – da cui si intende partire, è, appunto, corso Venezia, corso Buenos Aires – Loreto e via Padova che ospitano 50.000 residenti, 100.000 lavoratori e oltre 300 attività commerciali.

«Stiamo incentivando molto studi e analisi sul futuro di quest’asse perché anche questo lavoro, come quello già fatto per piazzale Loreto, offre una strategia coerente con gli obiettivi del Comune, che vuole favorire un ridisegno della città secondo logiche ecologiche, favorendo mobilità green e alberatura diffusa. Ovviamente non lo prenderemo chiavi in mano ma è un materiale che ci serve per aprire a fine mese la discussione sul futuro di quest’asse, con l’obiettivo finale di rivedere tutto lo spazio complessivamente», ha commentato l’assessore all’Urbanistica Piefrancesco Maran.

Il 75% dello spazio odierno serve al traffico, mentre in una Milano futuribile questa percentuale si convertirà in marciapiedi larghi quattro metri, una ciclabile alberata e una sola corsia di marcia per le auto elettriche.

«È da un anno che progettiamo. L’obiettivo è trovare una nuova armonia tra auto e città, immaginando spazi di qualità più ospitali e antropocentrici. Introducendo sistemi condivisi di mobilità pulita elettrica, eliminando il più possibile segregazioni funzionali e barriere architettoniche, digitalizzando, automatizzando e connettendo auto e città per favorire una mobilità sicura, si risolverebbe anche il problema di congestione», ha spiegato l’architetto Boschetti, citando come esempio la pedonale di Broadway (New York).

Non è finita qui. Anche la casa automobilistica Volvo ha intenzione di prender parte al progetto, elaborando una segnaletica intelligente in grado di far rallentare automaticamente le vetture, nei pressi di scuole, ospedali e attraversamenti pedonali. L’azienda di Goteborg ha subito creduto nel progetto e, per questo, il 2020 potrebbe essere l’anno prescelto per iniziare con le sperimentazioni.

Con tutti i se e i ma del caso, ovviamente.

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