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News Food&drink
michelangelo-citino

Già vi vediamo in aeroporto con il vostro trolley dalla ruota sbilenca a pensare quanto sia sbatti prendere un affollatissimo volo low cost. Vorreste darvi alla trap solo per sgasare nei cieli a bordo di un jet, e invece no.

Scacciati i pensieri e ridimensionate le aspettative, l’unica è dirigersi a mo’ di zombie al baretto più vicino per il solito panino slavato pre-viaggio-della–speranza. E invece… È giunto il momento di sfatare un mito: in aeroporto non si mangia male. Dimenticatevi dunque menù simil-studente in Erasmus riscaldati.

Nello scalo di Milano Linate c’è il ristorante del miglior Airport Chef del mondo! Parliamo di Michelangelo Citino del ristorante Michelangelo, che si è portato a casa la vittoria dei FAB AWARDS 2019, tenutisi a Dallas. Gli oscar della ristorazione aeroportuale, organizzati dal gruppo editoriale inglese The Moodie Davitt Report, sono l’unica manifestazione interamente dedicata al meraviglioso mondo del food & beverage volante.

Gli aeroporti di tutto il mondo e le aziende che si occupano di forniture, design e ristorazione – tra cui Areas (My Chef) di cui Citino è attualmente executive chef – si sono sfidate all’ultimo (filetto al) sangue.

Quest’anno, neanche il tempo di istituire la sezione dedicata al fine dining, che Citino se l’è portata a casa sbaragliando oltre 30 candidati!

Michelangelo non è certo uno chef di primo pelo, anzi. Marchesi, Ducasse e T-Design Restaurant Cafè della Triennale di Milano sono solo alcuni dei nomi che vanta sul curriculum.

Da lì è approdato al Michelangelo di Linate, il primo ristorante gourmet che svecchia e rivisita le ricette tradizionali, decontestualizzandole in una location moderna vista aerei.

«Vincere la prima edizione di questo premio internazionale è un importante riconoscimento alla mia carriera e professionalità, che vive delle dinamiche molto peculiari rispetto alla ristorazione classica. Non sempre i gourmet associano alla dimensione aeroportuale una proposta food curata e un’esperienza assimilabile a quella di un ristorante di livello», ha commentato il vincitore.

Tanto di cappello, insomma!

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