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Facciamo un mega recap che qui ci stanno tirando tutti scemi. No, lo stadio Meazza non verrà abbattuto. E fin qui ci siamo. Si dovrebbero sborsare 45 milioni per la demolizione completa e, molti di più, per una parte sola: un inutile dispendio di risorse e un’enorme fonte di inquinamento, per carità! A quanto pare, la soluzione più probabile è la costruzione di un secondo nuovo stadio a Milano – come chiedono Inter e Milan – che rispecchi le necessità di una città in continuo cambiamento.

Il nuovo San Siro, che sorgerà nella stessa area, manterrà la vocazione sportiva affiancandola però al vil denaro (aka attività commerciali). Questo è quanto bramato dai due club calcistici che già vedono macinare soldi tutti i giorni della settimana – attraverso la creazione di una cittadella completa di hotel, negozi ecc.

Ed è qui che casca l’asino. Il consiglio comunale ha sentito puzza di furbata ed è subito intervenuto, ridimensionando le aspettative con 16 paletti su cui le squadre dovranno modellare il business plan. Tra questi, spuntano le voci riguardanti il verde pubblico, volumetrie più contenute e gestibili, solido piano di ritorno finanziario. Una volta tenute in conto queste postille, la proposta potrebbe davvero fare goal nel cuore di Palazzo Marino.

La final destination è arrivare a trovare una soluzione mista: «spazi commerciali e, visto che il calcio non è solo quello della Serie A ma ci sono il femminile e le squadre giovanili, un’arena ridotta (nella capienza), che potrebbe essere utile per la città», come ha affermato lo stesso Sala, e tante tante altre piccole clausole.

Il Meazza infatti ha un fascino che non lascia indifferenti. A resistergli non è nemmeno la componente femminile calcistica. In seguito alla decisione della Federcalcio italiana secondo cui i club maschili di Serie A devono avere anche un settore donne, ecco essere spuntati il Milan Women e l’Inter Femminile. Il Derby è diventato un affare da ragazze, e quindi, perché escluderle dalla corsa al Meazza? Il nuovo stadio potrebbe diventare anche casa loro. O perché no, quello vecchio.

Tornando alle questioni burocratiche, in extremis, se proprio non si dovesse arrivare a una soluzione in grado di rendere effettivo l’happy ending, Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha affermato: «San Siro è la sede primaria per il nuovo stadio ma se davvero fosse impossibile tenere in piedi il progetto, al quale l’Inter lavora da circa 3 anni, allora la prua della barca punterebbe verso Sesto San Giovanni, dove l’ex area Falck, uno spazio da 1,4 milioni di metri quadrati, è pronta ad accogliere il nuovo stadio rossonerazzurro».

Credit immagine copertina

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