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Cari Imbruttiti, come ben sapete siamo molto fieri di come Milano sia col tempo diventata sempre più una città moderna e innovativa. Il legame tra il capoluogo meneghino e il progresso è di quelli indissolubili, come il caffè e la sigaretta, il pane e la nutella e Vittorio Sgarbi e le capre.

Tuttavia, questa volta è il caso di fermarsi per apprezzare ciò che ha nel tempo reso Milano la città più bella del mondo e no, non mi sto riferendo ai panzerotti di Luini, o perlomeno non solo a quelli. 

Mi riferisco invece alla storia e alle tradizioni della città che hanno contribuito a consacrarne la grandezza, perchè come dicono i saggi, non può esserci progresso senza delle buone radici.

Anche quest’anno sono ben sessanta le nuove botteghe storiche iscritte all’apposito albo, per un totale che ha ora raggiunto quota 549

Il riconoscimento è stato consegnato durante una cerimonia a Palazzo Marino dal sindaco Beppe Sala, da Cristina Tajani, Assessora alle Attività Produttive, e da Marco Accornero, segretario dell’Associazione Artigiani della provincia di Milano. 
“Premiare le nostre botteghe storiche – ha commentato il Sindaco Sala – significa innanzitutto dare un riconoscimento alla piccola imprenditorialità milanese, nata talvolta in tempi difficili, durante la guerra e appena dopo, ma che ha contribuito a rendere questa città, in ogni momento, viva e cordiale e fornita di ogni bene merceologico.”

Sì, ma cosa occorre per essere riconosciuti come bottega storica? 

L’esercizio deve essere aperto da almeno 50 anni mantenendo immutata la propria identità commerciale a prescindere da eventuali cambi di titolarità, e deve anche conservare considerevoli elementi decorativi che ne preservino il valore architettonico. 

In parole povere: se sei nato salumeria non puoi morire sexy shop.

Tra le attività premiate, la più antica è senz’altro l’Ottica Quercetti con il suo negozio in via San Raffaele, risalente addirittura al 1841. Premiate poi anche altre realtà storiche milanesi come Savinelli in via Orefici, negozio iconico per tutti gli appassionati di pipe, le pasticcerie Martesana (Via Cagliero, 1967) e Sant’Ambroeus (Corso Matteotti, 1936), il chiosco Giannasi di Porta Romana e il suo famosissimo pollo allo spiedo (1967) e il bar Quadronno (1964), riconosciuto come la prima paninoteca aperta fino a tarda ora della città. 

Tra gli altri, il riconoscimento è andato anche al primo negozio etnico ad essersi mai guadagnato l’iscrizione all’albo. Stiamo parlando dell’African Oriental Craft di via Confalonieri, aperto nel 1965 e specializzato in arredamento etnico.

Per dirla alla nostra maniera: Con Milano non c’è storia. Eravamo avanti nel passato e lo saremo nel futuro. Figa!

Credit immagine di copertina

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