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L’accorato appello di qualche tempo fa sulla situazione critica in cui versa l’aria milanese non sembra essere caduto totalmente nel dimenticatoio. O meglio, c’è chi non permetterà che ciò accada.

«Milanesi e turisti si preparino a trascorrere una giornata in città a piedi, in bici, sui mezzi pubblici ed elettrici», tuona Beppe Sala dall’alto del suo account Facebook. La seduta è tolta, amici: domenica 2 febbraio ci sarà il blocco delle auto.

Questo perché la situazione dell’aria che respiriamo è nera, e se non facciamo qualcosa, rischiamo di ritrovarci come colore pantone dell’anno 2021 il Milan pm10.

Proprio le rilevazioni di pm10 sono oltre i livelli di guardia ormai da settimane, e le previsioni meteorologiche dei prossimi giorni non sembrano intenzionate a lasciare alcun barlume di speranza: le concentrazioni di polveri nell’aria non diminuiranno certo con uno schiocco di dita.

«Quella per l’ambiente è una battaglia di lungo periodo, che si realizza attraverso misure strutturali e scelte di ampia visione. Allo stesso tempo, però, le condizioni attuali mi inducono a intervenire in modo contingente», ha concluso il Sindaco.

TAAC, ecco spiegato il perché del blocco per chi ancora vivesse nella sua personalissima bolla e non si fosse reso conto di ciò che respira quotidianamente.

A fare questo fioretto salutista sarà tutta la Lombardia. Dal 28 gennaio, nei comuni con più di 30mila abitanti e nelle città che intendono aderire, sono state attivate le limitazioni del traffico: stop ai veicoli diesel (fino a euro 4), diminuzione del riscaldamento negli edifici, dell’uso di liquami zootecnici in agricoltura, divieto assoluto di falò, barbecue e fuochi d’artificio. Le province interessate, oltre alla nostra, sono: Monza, Pavia, Bergamo, Como, Varese, Lodi, Cremona e Mantova.

Se le polveri sottili dovessero disperdersi e/o diminuire, la Regione rivaluterà il mantenimento delle restrizioni. Nel mentre, tutti dita incrociate e catene delle bici ben oliate.

Credit copertina: https://www.lustgasm.com/

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