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minilepri

Se i decreti di Giuseppe Conte sono sempre più orientati a circoscrivere l’area d’azione dei caproni a piede libero, in città ci sono mammiferi che, al contrario, possono scorrazzare liberamente indisturbati.

Se prima era un guizzo percepibile appena appena dalla coda dell’occhio più attento, ora invece è subito festa grande alla corte di Stephenson. Nell’omonimo giardinetto a nord di Milano che costeggia la stazione ferroviaria e la tangenziale, infatti, sono tornate le minilepri! Un gruppo di simpatici pelosi ha ripopolato lo spiazzo verde, spopolato da tutti i bipedi che erano soliti bazzicarvi.

A documentare, in un video, gli agguati, le corse, i salti e le timide avanscoperte è stato il sito Green.me.

Queste Imbruttite, già al lavoro nella silenziosa costruzione della propria versione del bosco verticale, appartengono a una specie di silvilago importata dal Nord America. Per questo, il loro nome in lingua originale è cottontail, ovvero coda di cotone. Solo a guardarle ne percepiamo la morbidezza!

Diffuse in tutto il Nord Italia, le minilepri erano sparite dalla circolazione: Milano non faceva più per loro, troppo stress, meglio la campagna. Ora, data la situazione, hanno messo da parte la timidezza e si sono coraggiosamente rifatte vive.

In tempi di Coronavirus le uniche note positive riguardano per lo più i fattori ambientali, o meglio, le modalità con cui questo terribile nemico ha influito sull’ecosistema, riportandolo in vita. La quarantena ha decimato, oltre alle speranze di noi tutti, attività sociali e lavorative. Di conseguenza, senza tirar fuori dal taschino il dottorato a Oxford, è deducibile che l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse abbiano subito una battuta d’arresto. A guadagnarci – se così possiamo dire – sono gli animali e la natura.

Credit immagine copertina

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