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Con il lockdown non spenderemo soldi, dicevano. Riusciremo a risparmiare, dicevano. False speranze: nemmeno una pandemia globale è riuscita a tenere a freno le nostre mani bucate. Qualcuno ha detto shopping compulsivo online?

I primi della classe ad alzare la mano senza un benché minimo accenno di vergogna sono gli americani, che hanno visto crescere gli acquisti d’impulso del 18%. A renderlo noto è lo studio di Slickdeals, pubblicato dalla rivista specializzata WWD. Secondo i dati raccolti, la cifra pro-capite media spesa è passata dai 155 dollari di gennaio a 182 dollari attuali.

Colpevole di questa impennata è anche il boom digitale che in quarantena ha iniziato a mietere dollari: basti pensare che il 46% delle persone ha fatto per la prima volta la spesa online e che gli abbonamenti alle piattaforme di streaming sono aumentati del 47%.

Dettaglio non da poco, emerso grazie a questo studio, è che gli acquisti non sono casuali: c’è una logica ben precisa, quasi chirurgica, in questo continuo svuotarsi le tasche. Tralasciando coloro che si sono murati vivi in un bilocale di detersivi e carta igienica, il 22% degli americani si è concesso un indumento o accessorio che teneva d’occhio da tempo. Insomma, un acquisto d’impulso ma mirato.

Ore e ore passate a cercare il prezzo più basso o lo sconto di quel paio di sandali che tanto animano i nostri sogni più proibiti, ha dato dunque i suoi risultati. Possiamo dedurre che l’acquisto d’impulso non è più l’appagamento di un desiderio momentaneo ma un investimento a lungo termine. Altra stoccata al fast fashion, insomma.

Noi italiani attualmente stiamo facendo orecchie da mercante, ma sotto sotto sappiamo che le carte di credito sono pronte e fumanti. Peccato che per i saldi estivi veri e propri dovremo aspettare agosto 2020, pare.

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