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centro-commerciale

Ci siamo, si riapre. Il momento tanto atteso, e in parte anche tanto temuto, è arrivato. Moltissime attività riaprono i battenti dopo mesi di lockdown e cospicue perdite economiche. La parola d’ordine resta comunque sicurezza: la riapertura deve avvenire con la garanzia del rispetto delle norme di sicurezza. Distanze, mascherine, sanificazione e tutte quelle cosine che ormai conosciamo a memoria. Detto ciò: oggi, lunedì 18 maggio, cosa riapre?

Potranno alzare la serranda ristoranti e bar e altri luoghi di ristorazione, che devono garantire il rispetto della distanza minima di un metro tra le persone sedute e tra i tavoli (se il cliente si trova con un convivente può però chiedere di ridurre la distanza). Nel locale bisognerà sempre indossare la mascherina, tranne quando si consuma al tavolo (quindi si dovrà tenere per gli spostamenti, ad esempio in bagno o in cassa).

In Lombardia, per ovvi motivi, ci sono regole più restrittive rispetto alle altre regioni, come quella che prevede l’obbligo per dipendenti e clienti dei ristoranti (ma anche pizzerie, self-service, mense, bar, pub, ecc…) di misurarsi la febbre all’ingresso.

Una differenza rispetto ad altre regioni riguarda palestre e piscine, che potranno riaprire solo dal 31 maggio.

Chi fino ad ora ha fatto scorpacciata di acquisti online sappia che da oggi negozi e centri commerciali sono nuovamente aperti. Sarò obbligatorio indossare mascherine e guanti monouso forniti dalla stessa attività commerciale. I vestiti si potranno provare nei camerini, senza problemi.

Anche le funzioni religiose subiranno una piccola rivoluzione: gli ingressi saranno scaglionati e i fedeli dovranno indossare mascherine e possibilmente pure i guanti. Per ovvi motivi non ci sarà più il segno della pace e per consegnare la comunione il prete si avvarrà di guanti o pinzette. I posti sulle panche saranno limitati e le acquasantiere saranno vuote.

Per la gioia di chi in questi mesi ha accumulato ricrescite e peli in ogni dove, da oggi riaprono anche parrucchieri ed estetisti, che immaginiamo impiegheranno una settimana solo per prendere appuntamenti. Chiaramente gli operatori dovranno indossare mascherine e guanti e, in alcuni casi, anche le visiere protettive. In tutti i locali dovranno esserci soluzioni idro-alcoliche per l’igiene delle mani dei clienti e degli operatori, mentre non dovranno esserci riviste e materiale informativo che solitamente serve per allietare l’attesa.

Da oggi riaprono anche i musei, con ingressi limitati. Se possibile, è meglio prenotare online e bisognerà fare attenzione a mantenere la distanza di almeno 1,5 metri per visitatore.

Da oggi si può andare ovunque (senza superare i confini regionali), si può incontrare chiunque (congiunti, amici, conoscenti, trombamici) e andare nelle seconde case. E finalmente ci siamo liberati dell’autocertificazione, che non serve più.

Si potrà uscire dalla regione e andare all’estero solo dal 3 giugno mentre il 15 giugno, per ultimi, riapriranno anche cinema e teatri. I locali chiusi, però, non non potranno ospitare più di 200 persone, all’aperto ce ne potranno essere al massimo mille. I posti devono essere alternati e bisognerà indossare la mascherina. Al cinema ci dovrà essere almeno un metro di distanza tra gli spettatori e se avete voglia di stuzzichini meglio se mangiate prima: al momento è vietato consumo di alimenti e bevande in sala.

Naturalmente la riapertura non significa libertà assoluta: a Milano e in Lombardia (rispetto alle altre regioni) resta l’obbligo di indossare la mascherina nei locali chiusi e pure all’aperto, tranne per bimbi di età inferiore a 6 anni, disabili e per chi pratica attività sportiva intensa (ma solo durante lo svolgimento della stessa). Ah, e la mascherina si porta sul naso e sulla bocca, sul mento non serve a un cazzo. #Sapevatelo

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