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Metti la mascherina, togli la mascherina. Metti la mascherina, togli la mascherina.

Ok, ammettiamolo, la fase 2 rischia di trasformarsi seriamente in una riedizione in chiave Covid di Karate Kid, con Gallera già in pole position per il ruolo del Maestro Miyagi. Con la riapertura di bar e ristoranti, poi, tutto questo non poteva che complicarsi ulteriormente: perché sì, c’è chi si è davvero posto il problema di dover mangiare con la mascherina davanti alla bocca, anche se no, ovviamente quando si è seduti al tavolo non si è tenuti a indossarla.

Ma sicome la madre della giargianate è sempre incinta, ecco che da Israele ci arrivano le prove video di un mostruoso ritrovato della scienza e della tecnica: la mascherina che si apre e che si chiude a comando, e che – dunque – può essere indossata con disinvoltura anche mentre si mangia. “Ci perculano!”, è la reazione ovvia di chiunque abbia un Q.I. superiore al prefisso di Milano. E invece no, perché tutto questo sarebbe addirittura pronto per essere prodotto in scala e lanciato sul mercato, a un prezzo di circa tre dollari a pezzo. Tre dollari che sarebbero senz’altro spesi meglio se lanciati nella Fontana delle Quattro Stagioni di City Life, esprimendo il desiderio di diventare ricchi, biondi e felici come il pargolo di casa Ferragnez.

Ottimo, ma visto che esiste, come funziona questo orrore meccanico? In pratica il suo inventore ha pensato bene di tagliare la mascherina-macchina ad altezza bocca e di dotarla di due specie di labbra rigide di silicone (no, Urtis questa volta non c’entra) che si aprono e chiudono con l’ausilio di una leva manuale. Con la coordinazione di una Heater Parisi degli anni d’oro, il commensale mascherato dovrà dunque fare pressione sulla leva, far passare la forchetta, mordere il boccone, togliere la forchetta e lasciare andare la leva. Il tutto cercando ovviamente di non sbrodolare la mascherina, perché boh, anche solo conversare con il proprio commensale con una patacca di sugo d’arrosto sul mento non sarebbe carino.

L’utilità? In teoria quella di minimizzare eventuali occasioni di contagio al tavolo del ristorante, dove le persone non congiunte e sprovviste di mascherina potrebbero potenzialmente infettarsi parlandosi a una distanza ridotta. Di fatto, però, la stessa identica sicurezza sarebbe garantita dal togliersi la mascherina (magari una mascherina figa, come quelle del Milanese Imbruttito) quando si riceve il piatto, limitare vagamente la conversazione mentre si mangia, e poi rimettersi la mascherina una volta pulita la bocca (!!!). Senza trasformarsi in un progetto dentistico cyberpunk, e senza l’ansia di dover rischiare una tendinite al polso a furia di aprire e chiudere la mascherina.

Articolo scritto da Leonardo da Princi

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