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Se rispetti il Pogue, rispetta le regole.

Questa la frase scritta a caratteri cubitali su uno striscione fuori dal Pogue Mahone’s, Irish Pub di Corso Lodi a Milano qualche giorno fa. Accanto allo striscione la cler abbassata per metà.

Il locale è molto noto in città. Tantissimi avventori si ritrovano qui per una pinta di Guinness alla spina bella fresca. Ogni 17 marzo il locale e le vie circostanti diventano una piccola Dublino per i festeggiamenti del St Patrick’s day, santo patrono d’Irlanda.

Già, ma cosa è successo? Perchè lo striscione? I gestori del locale hanno chiuso al pubblico una sera per protestare contro la maleducazione e il disprezzo delle regole da parte di alcuni dei propri clienti.

No, nessuna contravvenzione dei ghisa per assembramenti non autorizzati. Anzi, è proprio quello che al Pogue vogliono evitare. Nei pochi giorni di apertura dopo il lockdown, nonostante gli sforzi per la sicurezza per clienti e dipendenti (hanno addirittura dipinto dei trifogli sul marciapiede per mantenere la distanza), i gestori del pub ne hanno viste veramente troppe.

Nulla è più chiaro delle loro parole, affidate a un lungo post su Facebook.

Oggi la claire del Pogue Mahone’s resterà a “mezz’asta”.

Alla felicità del primo giorno di riapertura hanno fatto seguito il fastidio di dover ripetere troppe volte a troppe persone di rispettare le regole, lo stupore per risposte al limite dell’assurdo (la mascherina non me la metto perché il covid non esiste, fammi vedere dove c’è scritto che devo mettermi la mascherina etc), il timore di multe o addirittura di chiudere ogni qualvolta si intravede la luce di una sirena in lontananza.

A noi ci piace di fare le birre. Così come scritto: grezzi e sgrammaticati, ma non scorretti.

Non siamo poliziotti; siamo baristi e amiamo fare il nostro lavoro, ma in questo momento per continuare a poterlo fare abbiamo bisogno del vostro aiuto e della vostra collaborazione.

Tutti i ragazzi dello staff hanno fatto sacrifici in questi mesi (come molti di voi del resto) e li stanno facendo tuttora accettando di lavorare più ore, più giorni perché il Pogue ne ha semplicemente bisogno.

Avete dimostrato di volerci bene tutte le notti trascorse ammassati dentro e fuori dai locali, ora fatelo stando solo un po’ più distanti.”

Segue una paccata di commenti. Un coro quasi unanime di pieno sostegno per la scelta dei titolari.

Assembramenti si sono registrati durante l’ultimo weekend un po’ in tutta Milano nei pressi dei locali più noti della movida con molta gente senza mascherina e incurante delle poche regole di civiltà imposte dal momento.

Non possiamo quindi che associarci all’appello del Pogue. Non vorremmo che a causa di pochi virologi da social alla terza media (birra, non titolo di studio) poi vengano presi seri provvedimenti in tema di chiusura di locali che, mai come ora, hanno bisogno di LAVORARE.

Sta arrivando l’estate. Noi abbiamo una gran voglia di birrette all’aperto per sconfiggere la caldazza. Attiviamo tutti il cervello e isoliamo la maleducazione. Stá sü de doss is the new Resta a Casa.

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