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Se fosse nato a cavallo delle ultime due decadi, sarebbe stato sicuramente etichettato come influencer, il Chiara Ferragni della Movida meneghina prima ancora che quest’ultima diventasse una scusante chic per bersi la notte senza troppi pensieri.

Invece Piero Rattazzo era di un’altra epoca, di quella gran Milan che come Marco se n’è andata e non ritorna più, ma rimane costantemente presente nelle nostre vite e nei nostri cuori. Il suo bar faceva parte di quella città che all’etichetta di vecchia preferisce il termine vintage, e dopo la sua scomparsa lo scorso dicembre, ora anche lo storico locale di via Vetere, cuore pulsante del quartiere Ticinese, è arrivato al capolinea. A causa dell’emergenza sanitaria in corso e di tutto ciò che ne consegue, il Bar Rattazzo è costretto a chiudere ufficialmente i battenti.

A dar la notizia che ha infranto più cuori che bicchieri, cosa comune nel famoso dehor del locale, sono stati gli stessi gestori in un post pubblicato su Facebook: «Dopo comunicazioni e smentite risalenti ai mesi scorsi comunichiamo che il Bar Rattazzo non riaprirà definitivamente mai più…il Covid-19 con le chiusure e le ordinanze non ci consentono più di ripartire…Piero non c’è più , purtroppo o per fortuna, perché in un periodo come questo il suo animo non avrebbe retto!…ed il bar senza di Lui ha perso definitivamente la sua anima…ci spiace».

Il post continua: «Il dolore è soprattutto nostro… Però bisogna capire quando è il momento di lasciar andare quello che di materiale ci lega alle persone che abbiamo ed ameremo per sempre… Ci mancherai sempre ma vivrai in noi nei nostri cuori… Ed in ogni tuo ricordo, in ogni persona che ti ha conosciuto, tutto questo in qualche modo ti renderà immortale per le persone che ti hanno voluto bene o a cui hai voluto bene o semplicemente alle persone a cui hai teso una mano… E aiutato sempre, dal senza tetto al più umile, ma anche a chi hai temporaneamente dato una mano, un consiglio, una paola buona un conforto… #RATTAZZOSEMPRENEINOSTICUORI. Addio…» concludono.

Aperto nel lontano 1962, il Rattazzo era più che un luogo d’incontro: era un crocevia di generazioni che per una notte si concedevano il lusso e il piacere del condividere scorci di vita annaffiati da un buon Negroni. Non a caso nel 2015 aveva ottenuto l’Ambrogio d’oro, il massimo riconoscimento meneghino, e qualche anno dopo nel 2016 persino la Bbc avevo deciso di celebrarne il titolare, definendolo “il santo patrono della gioventù”.

Al Santo e al suo alcolico e conviviale sogno sono state spezzate le ali. Ciò che vivrà per sempre però, ne siamo sicuri, sarà il suo indelebile ricordo.

Cheers, alla tua!

Credit immagine copertina

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