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Oh, ma ve lo ricordate Postalmarket? Sì, proprio quel catalogo di tutto un po’ che, puntuale, un paio di volte all’anno, arrivava nella buca delle lettere sino alla fine degli anni Novanta.

Il postino non aveva nemmeno il tempo di andarsene che mamme e nonne di tutta Italia lo sfogliavano alla forsennata ricerca degli articoli della nuova collezione (primavera/estate o autunno/inverno).

Anche noi eravamo ogni volta in trepidante attesa che lo lasciassero incustodito per poter ammirare le Top(e) Model in copertina e arrivare in fretta alle pagine dell’intimo femminile. Certe immagini hanno reso felici vagonate di ragazzini in piena esplosione ormonale

Quel mondo ora sta magicamente tornando. Un imprenditore friulano, Stefano Bortolussi, ha rilevato il marchio dal fallimento del Gruppo Postalmarket per puntare al rilancio dell’azienda. Il suo sogno è tirare nuovamente fuori dal cassetto il mitico catalogo.

Chiaramente il progetto rivivrà in versione digital, ma sarà previsto comunque un catalogo in carta leggero, a favore dei (tanti) nostalgici che si vorranno abbonare al servizio. La piattaforma tecnologica di e-commerce sarà sviluppata da Store Eden di Francesco D’Avella. Si punta anche ad affiancare un partner finanziario specializzato nel lancio di start up.

Il nuovo Postalmarket sarà online entro Natale, giusto in tempo per idee regalo un po’ vintage people.

Sul business l’ambizioso Bortolussi la tocca piano. Ha infatti dichiarato che Postalmarket vuole diventare l’Amazon italiano. Consapevoli che bisogna lavorare pancia a terra, il business plan prevede obiettivi di fatturato veramente sfidanti. Si punta a superare in fretta i 500 milioni sino ad arrivare addirittura al miliardo di Euro entro cinque anni dal lancio. Ci riusciranno?

Bisogna ammettere che Postal è stato pioniere di un certo tipo di vendita a distanza. A partire dal 1959, cinque anni prima che Jeff Bezos piangesse nella culla e ben trentacinque prima della nascita di Amazon, già loro consegnavano pacchi contenenti merce di ogni genere in giro per l’Italia. Ai tempi PayPal poteva forse essere il nome di una navicella spaziale e gli acquisti si pagavano in contrassegno alla consegna (o con vaglia postale).

Nel nuovo millennio l’operazione nostalgia in salsa tecnologica, se ben gestita, potrebbe anche funzionare. Non ce ne voglia Bortolussi, ma gradiremmo ricevere un catalogo cartaceo ben fatto. Se butta male, al limite, ci avrà regalato una nuova grattatina di pacco in ricordo dei bei tempi andati!

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