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Lifestyle
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Raga, questa storia dello smart working sta creando non poca confusione nel mondo del lavoro. Alcune aziende approvano, tipo Twitter, perché hanno capito che i loro dipendenti lavorando da casa sono più produttivi e creativi. Quelli di Google hanno deciso di estendere lo smart working ma solo fino al 30 giugno 2021. “Come opzione di lavoro volontario per tutti quei ruoli che non hanno necessità di essere presenti in ufficio”, hanno detto. In sostanza gli amici di Google apprezzano il lavoro da casa, ma tornare in ufficio (quando si potrà) non potrà che fare bene all’azienda. Per altre invece lo smart working è addirittura dannoso. Cioè, dai, mettetevi d’accordo.

A descrivere il lavoro a domicilio in termini negativi è stato Reed Hastings, co-fondatore e CEO di Netflix e quindi non proprio il primo pirla che passa sotto casa. Ora, sappiamo che i dipendenti di Netflix torneranno a lavorare dalle loro postazioni in ufficio solo dopo il vaccino, ma in ogni caso questa soluzione non è particolarmente gradita a Mr. Hastings. In una dichiarazione rilasciata al Wall Street Journal, il capoccia ha dichiarato: “Non vedo alcun aspetto positivo. Non essere in grado di incontrarsi di persona, in particolare a livello internazionale, è una cosa negativa”.

Il buon Reed ha avuto da ridire pure sulle aziende che invece, fino ad ora, hanno visto positivamente lo smart working e anzi, come Twitter, hanno dichiarato che i loro dipendenti continueranno a lavorare da casa, se lo vorranno, a tempo indefinito. “Se devo provare a indovinare, credo che la settimana lavorativa da 5 giorni si trasformerà in una settimana da 4 giorni in ufficio e uno a casa in smartworking. Credo che la maggior parte delle aziende finirà per scegliere questa soluzione”, ha predetto Mr. Netflix.

Insomma, chi ha ragione? E soprattutto, chi avrà i dipendenti più felici?

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