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In questo 2020 pensavamo di averle viste un po’ tutte, ma la verità è che non c’è mai limite al peggio. In un’epoca in cui si parla molto del rispetto della donna e della parità di genere, leggere certe frasi genera un fastidio urticante, quasi come le unghie su una lavagna.

La storia è questa: sta facendo molto discutere un cartello posto all’esterno di un locale in viale Bligny – di cui non citeremo il nome per non fare pubblicità (immeritata) -, poco distante dall’università Bocconi. Una sorta di manifesto promozionale, che nelle intenzioni dei proprietari voleva essere irriverente e simpatico, ma che ha finito per inviare un messaggio sessista che in tanti non hanno gradito. Il cartello sottolineava che se le clienti avessero mostrato il seno, avrebbero ottenuto chupiti gratis commisurati alla taglia del reggiseno (uno solo per chi ha la prima, due per la seconda e così via fino alla quinta). “Se hai la retro offri tu a noi”, giusto per aggiungerci anche un po’ di presa per il culo alle ragazze piatte come la Pianura Padana.

E poi ancora: “lanciare il reggiseno dietro il banco” porta alla vittoria di quattro chupiti. Chi riesce a “portare a casa il barista” ottiene un mese di bevute gratis. Questo mood non ti piace? Non sei persona gradita: “Se fai la menosa, ricorda che le altre ce l’hanno come te e vai a fan…”. Uno spasso, insomma. Da sbellicarsi dalle risate. Una trovata talmente tanto divertente che sui social le accuse di sessismo sono state così tante da costringere il gestore a chiudere la pagina Facebook. A postare la foto del cartello su Facebook è stato Luca Gibillini, membro dello staff del sindaco. “Ok, Houston, abbiamo un problema”, ha commentato.

Ora, lungi da noi fare i bigottoni, per carità. Qualcuno avrà anche trovato il cartello divertente senza veder nulla di male nel trascorrere una serata più trasgressiva, assecondando le regole del locale. Non facciamo gli gnorri, che alla Festa della Donna si è visto pure di peggio. De gustibus. Però di questi tempi un po’ di sensibilità e attenzione in più prima di veicolare messaggi così volgari e offensivi sarebbe necessaria.

Il titolare della Chupiteria ha replicato: “quel cartello era solo una goliardata e non è mai stato messo in pratica quello che c’è scritto. Chi ci conosce non l’ha mai preso sul serio, si facevano una risata anche le ragazze. Nell’ultimo periodo ci siamo resi conto che c’è una maggiore sensibilità sull’argomento e quindi il cartello è stato rimosso. Riapriremo la pagina Facebook e lo spiegheremo ai clienti. Non abbiamo nulla da nascondere”.

Ecco, meglio.

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