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Maldive, Thailandia, Polinesia… state già pensando alla prossima – sospirata – vacanzina? Ebbene, non è questo il caso. Qui si parla di isole private da acquistare come rifugio per tener lontano il temuto Covid-19. C’è qualcuno, infatti, che a quanto pare è in grado di comprarsi un atollo circondato da acque cristalline per insediarvi la propria residenza, sperando che, su questi pezzetti di terra da favola in mezzo all’oceano sia possibile risiedere stabilmente senza essere raggiunti dalla pandemia che sta mettendo ko il mondo intero.

Ne ha parlato al New York Times Chris Krolow, amministratore delegato della società canadese che gestisce la vendita e gli affitti di isole private, Private Islands Inc. (già il nome una robina da niente) spiegando che giugno e luglio 2020 sono stati i mesi più intensi dei suoi 22 anni di lavoro nel settore. Come riferiscono anche altri intermediari citati dal New York Times, se prima per loro la vendita di isole private era un’attività parallela e circoscritta rispetto alla consuete trattative immobiliari, ultimamente le richieste per l’acquisto di un’isola sono vertiginosamente moltiplicate. Tutti, però, raccontano che gran parte del lavoro consiste nel cercare di ridimensionare le aspettative dei clienti rispetto al florido – ma forse incauto – acquisto.

Non è tutto oro, anzi mare, quel che luccica dunque? Innanzitutto, sottolineano gli operatori, non è possibile garantire che l’epidemia non arriverà mai in questi luoghi. In secondo luogo, e non di minore importanza, il problema principale di un’isola privata è che deve essere completamente autosufficiente: per abitarci, tra le altre cose, servono impianti di scarico, pannelli solari o generatori di energia elettrica, oltre che acqua pulita e non salata. Il tutto per una modica cifra che va dai 5 ai 15 milioni di dollari (circa 4,2-12,7 milioni di euro), con costi di costruzione poi elevatissimi, perché tutti i materiali dovrebbero essere trasportati via nave o via aereo. Il telefonino? Su molte di queste isole non c’è campo. E manca lo spazio per far atterrare aerei o elicotteri, o quello da destinare a varie coltivazioni, come vorrebbero alcuni potenziali acquirenti. Infine, chiarisce al New York Times Marcus Gondolo-Gordon, ad della società britannica Incognito Property, non vanno certo trascurate le questioni legate a clima e sicurezza dei territori in cui determinate isole sono collocate.

Consolante, no? Al dunque non è così semplice nemmeno per i Paperoni con la vista lunga avere una casa-isola nel Pacifico e, per questo, già ci sentiamo meno emarginati. Vediamo un po’, comunque, per i più ostinati, come funziona questa insolita e milionaria operazione immobiliare.

Gli annunci, per affitto o vendita, si possono trovare online, con prezzi che variano in base alla posizione, alla superficie e ai servizi offerti dell’isola. La trattativa viene seguita da un agente immobiliare che mostra l’isola al potenziale acquirente, come si farebbe con un normale appartamento – negli ultimi tempi per lo più attraverso foto e video. Sul sito della società immobiliare di lusso di Sotheby’s, per esempio, si possono trovare isole che costano alcune centinaia di migliaia di dollari (la meno cara è in Estonia e viene circa 100k euro), e altre che costano diverse decine di milioni di dollari.

Due isole private, in Canada o in Scozia, costano quanto un appartamento a Toronto o a Londra: 675k dollari canadesi (circa 440k euro) per la prima e 500k sterline (circa 550k euro) per la seconda. Per gli affitti, i prezzi si aggirano intorno ai 250k dollari a settimana (circa 212k euro). Ecco.

Per chi, nonostante cifre e raccomandazioni, non vuole proprio rinunciare all’idea, in Italia, ahinoi, non c’è troppa busecca per gatti: quasi tutte le isole sono di proprietà dello stato, tranne poche eccezioni.

Una è rappresentata dall’isola di Gallinara, che si trova tra Albenga e Alassio, e che, nei mesi scorsi, è stata al centro di una travagliata vicenda immobiliare: si leggeva su alcuni quotidiani che un industriale ucraino, dopo aver comprato l’isola sborsando 10 milioni di euro alle nove famiglie che ne erano proprietarie, se l’è vista sfilare sotto il naso dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che ha deciso di convertire la villa padronale che vi sorge sopra in un centro di documentazione archeologica. E niente, questa è andata.

Altra opzione è l’Isola Ravaiarina, in vendita da un anno e ubicata nella laguna di Grado, in Friuli. Per chi si proponesse, qui si offrono anche le licenze per lo svolgimento di attività ittiche, agricole, ricettive e di ristorazione (poco indicate, però, per acquisto in caso di fuga da virus e socialità).

Ultime spiagge (e isole) per acquirenti nei nostri dintorni, due gioiellini siciliani: l’isolotto che sorge di fronte a Isola delle Femmine (riserva naturale a pochi chilometri da Palermo) in vendita a 3,5 milioni di euro e l’Isola di Santa Maria, che si trova sopra Marsala, nella Sicilia occidentale, messa in vendita dalla famiglia Manzo, sua proprietaria. Se avete 17 milioni di euro non fatevela scappare.

Articolo scritto da MariaTeresa Falqui

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